Koinonia Gennaio 2019


Una convocazione per “Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri”.

Sei urgenze messianiche per i nati in questo secolo.

Non solo aspettare e vedere, ma decidere e operare.

 

Assemblea il 6 aprile a Roma

RIUNIRE I POPOLI FRANTUMATI

 È convocata per il 6 aprile 2019 a Roma,

presso il centro Congressi di via dei Frentani, alle 10, unassemblea nazionale di

Chiesa di tutti Chiesa dei poveri,

secondo il seguente programma

 

I compiti dei nati in questo secolo

RIUNIRE I POPOLI  FRANTUMATI  E ALTRE URGENZE

I beni promessi e perduti: sei emergenze messianiche:

 

RIUNIRE I POPOLI FRANTUMATI

 

DEPORRE IL DENARO DAL TRONO,  INNALZARVI IL DIRITTO

 

INVERTIRE LE STATISTICHE: NON PIÙ  DIECI RICCHI E MILIONI DI POVERI

 

DISIMPARARE L’ARTE DELLA GUERRA

 

RIMETTERE IL CHIAVISTELLO ALLE ACQUE E IL TERMOSTATO ALLA TERRA

 

RESTARE UMANI: DONNE E UOMINI DUE UNIVERSI IN UNA SOLA CARNE

Il programma prevede un’introduzione che enunci e motivi il problema posto all’Assemblea: una sorta di “tagliando” da fare al millennio da poco iniziato per individuare i nodi cruciali su cui se ne deciderà il destino. Una relazione del teologo Giuseppe Ruggieri offrirà criteri per una lettura dell’attuale crisi messianica. In seguito sui problemi più urgenti saranno presentati interventi intergenerazionali che li metteranno all’ordine del giorno in prospettiva di futuro, ciò di cui consisterà il dibattito dell’Assemblea. È possibile che durante la discussione venga abbozzato un documento post-assembleare le cui linee generali siano approvate dalla stessa assemblea.

Quali i motivi che hanno suggerito al Comitato coordinatore di “Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri” questa convocazione e questo tema?

Il passaggio dal secondo al terzo millennio, a 18 anni dal suo inizio, si sta rivelando veramente cruciale. È in corso un cambiamento d’epoca in cui sono messi in gioco beni primari così importanti e anelati dagli uomini fin dall’inizio dei tempi che sono stati chiamati beni messianici e sono stati oggetto delle promesse messianiche, e sono oggi riproposti e annunciati dall’attuale pontificato:

1) L’unità nella differenza di tutti i popoli, le culture e le fedi, l’unità di tutta la famiglia umana (oggi negata dalla guerra ai migranti, allo straniero, dagli scarti, dagli apartheid, dai muri, dalle frontiere in armi, dai sovranismi antagonistici, “prima l’America”, “prima gli italiani”, ecc.).

2) Il valore dello scambio gratuito nei rapporti umani di cui il fondamento e il modello è lo “scambio” tra Dio e l’uomo nella misericordia e nella croce (oggi negato dall’assoluta sovranità del denaro come unico mediatore dello scambio tra gli uomini, onde la finanza cieca sorda e muta domina la terra e mette fuori gioco la politica e il diritto).

3) Il valore della terra data come nutrice agli uomini e a loro affidata come madre (oggi negato dall’artificio che arroventa il clima, che fa saltare il chiavistello delle acque, che converte l’Amazzonia in denaro e porta al collasso del sistema).

4) La messa al bando della guerra, invenzione della cultura che non si trova in natura, tanto che la promessa messianica è che “non si impari più l’arte della guerra” (oggi negata dal rifiuto di aderire al Trattato per l’interdizione delle armi nucleari, dal ripristino della guerra come mezzo di intimidazione e di dominio, dal mito tecnologico di una guerra in cui si muore da una parte sola).

5) L’essere due in una carne sola degli uomini e delle donne, per un’alleanza che come dice papa Francesco va ben oltre il sigillo dell’unione coniugale e alla quale sono affidati “il creato e la storia”, e anche “la regia dell’intera società” (oggi negato dalla perdita della loro “differenza benedetta” e dall’utopia del “neutro” che tende a non fare più dell’essere umano un “nato da donna”, così com’è negato dall’ “hybris” o potenza della tecnologia che costruisce l’uomo artificiale e il mondo dei robot).

Tutto ciò da un lato produce una “sofferenza messianica” per il dolore del mondo e per l’inadempimento di attese così vitali e d’altra parte invita a prendere in mano queste urgenze messianiche e a congiurare per il loro adempimento: non solo stare a guardare come andrà a finire, ma decidere e operare E questo è appunto il compito del millennio che ora comincia; ma questo compito è messo ora nelle mani dei nati in questo secolo, dei giovani che sono giunti all’età della ragione e all’età adulta in questo snodo cruciale dal secondo al terzo millennio.

E ciò quando i vecchi messianismi del ‘900 sono falliti (il nazionalismo, il messianismo proletario e quello terzomondista) e i nuovi falsi messianismi sono in campo: il populismo, la tecnologia onnipotente, il sovranismo identitario, ed è perciò importante riscoprire l’autentico senso del cristianesimo, come messianismo né politico, né sacerdotale, né regale, ma di tutti gli uomini e in particolare delle minoranze ignorate, eppure propositive e custodi e serve del destino di tutti.

Naturalmente non dovrebbe trattarsi di un cahier de doléances ma di punti di partenza dell’analisi in vista del futuro da assumere come compito, in uno scambio intergenerazionale di saperi, di esperienze e, come dice il papa parlando di anziani e di giovani, di “sogni e speranze” da una parte e di “profezia” dall’altra.

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