Koinonia Ottobre 2016


LA VERITÀ NEL DETTAGLIO

 

Sul numero 3990 della Civiltà cattolica del 24 settembre si può leggere l’articolo di Giovanni Sale “IL VATICANO, I CATTOLICI E LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA DEL 1946”, che viene così introdotto:

Il tema della riforma costituzionale e la ricorrenza del settantesimo anniversario del referendum istituzionale e dei lavori dell’Assemblea Costituente del 1946 ci danno l’occasione di rivedere alcuni importanti passaggi della storia politica e religiosa nazionale. Dalla documentazione di parte ecclesiastica risulta che la Santa Sede influì non poco attraverso i costituenti cattolici sulla redazione della Costituzione, contribuendo a moderare e a smussare, anche su alcune importanti questioni di ordine sociale, il «tono radicale» che le forze politiche di destra o di sinistra intendevano dare ad esse. Ma questa modalità di rapporto tra Stato e Chiesa è ormai definitivamente tramontata: ne è prova la Chiesa di Papa Francesco.

Ad un certo punto si riferisce quanto Pio XII disse al direttore della rivista P. Giacomo Martegani a riguardo dei lavori della Costituente, come risulta dal Diario delle consulte del 2 ottobre 1946, e si fa questa digressione sulla attualità, che merita di essere meditata:

Interessante, anche in merito all’attuale dibattito sulla riforma costituzionale, è il cenno che il documento fa all’adozione del sistema bicamerale (paritetico), sul quale il Papa contava molto. Ciò risulta anche da altra documentazione ecclesiastica. Come mai la Santa Sede era interessata a un elemento dell’«ingegneria costituzionale» che non riguardava in nessun modo questioni di carattere religioso o morale? Il motivo è da ricercare nella paura che il partito comunista e i suoi alleati vincessero le elezioni politiche, cosa del resto non improbabile. Si riteneva che la Camera alta, cioè il Senato, potesse avere una composizione più moderata, in ogni caso diversa, da quella della Camera dei deputati, che si immaginava più «rossa». Il bicameralismo perfetto, in qualche modo - pensava il Papa -, avrebbe riequilibrato il sistema politico, rendendolo meno esposto a tentazioni «populiste». Il che, come è noto, non è avvenuto.

Una semplice considerazione: se derive “populiste” non sono state scongiurate neanche dal bicameralismo perfetto, a cosa non si va incontro con l’artificiosa eliminazione di una Camera?

Viene da ripensare a Luca 23,31: “Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

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