Koinonia Ottobre 2016


Da leggere...

 

Glenn S. Sunshine: La Riforma… per chi non ha tempo, Claudiana 2015, pp.258 , € 18,50

 

Per chi non ha tempo, mi sono chiesta, ma per che cosa? Forse per approfondire il tema con studi e letture più accurate? Ma, anche il testo di Glenn S.Sunshine, docente di Storia presso la Central Connecticut State University di New Britain (USA), non si può certo definire ‘superficiale’ e ha anzi alcuni meriti che ne fanno una lettura piacevole.

Innanzitutto, non è ‘serioso’. Il che è utile ad alleggerire un argomento che in sé lo è anche troppo. Simpatiche sono le battute e le vignette (un po’ fumettistiche) che intercalano il testo. E poi riporta le vicende, le cause e le motivazioni dei personaggi con estrema chiarezza, anche quando, di per sé, sarebbero complicatissime. Merito poi maggiore, per me che amo lo storia, quello di inserire la teologia nella storia, mostrando come l’una e l’altra, nel XVI secolo, prima metà del XVII, fossero strettamente interconnesse, a volte essendo la prima a condizionare la seconda, a volta il contrario.

Al punto che, leggendo il capitolo ‘Le origini della rivolta olandese’, mi è venuta voglia di rileggere ‘Il tulipano nero’ di Alessandro Dumas.

Essendo una conoscitrice abbastanza superficiale della Riforma, ho potuto attingere nel testo conoscenze per me nuove. Che, per esempio, l’Umanesimo è stato fondamentale nella nascita dei sentimenti riformistici, con la sua riscoperta dei testi antichi e quindi anche dei Padri della Chiesa, anche se la moderazione che informava i riformatori di ascendenza umanistica ha avuto quasi sempre la peggio di fronte alla violenza dei fanatici e dei politicanti. Che Lutero, con l’affissione. nel 1517,delle sue 95 Tesi alla porta della chiesa del castello di Wittenberg  “...stava solo seguendo le normali procedure di una disputa” accademica, disputa che del resto non ebbe mai luogo, e furono poi i suoi studenti a farne una straordinario best seller.  Che il problema  della predestinazione era abbastanza secondario nelle intenzioni dei maggiori teologi (Calvino), i quali spesso furono forzati ad occuparsene dalle circostanze. Che spesso l’avversione fra luterani e calvinisti era più forte di quella fra cattolici e protestanti. Che la condanna a morte per gli eretici aveva una ‘sua’ logica, in quanto l’eretico che uccideva l’anima era più colpevole dell’omicida che uccideva solo il corpo. Naturalmente la tortura e il rogo erano un optional dovuto al sadismo degli inquisitori e del loro braccio secolare.

Quindi, un libro da leggere entro il prossimo anno, nella speranza che finalmente, dopo cinque secoli, si faccia qualche importante gesto di riconciliazione, ciascuno togliendo la trave dal proprio occhio per vedere meglio se nell’occhio dell’altro c’è davvero una pagliuzza.

 

Donatella Coppi

 

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