Koinonia Agosto-Settembre 2021


NUOVO INIZIO

 

L’orrore degli attentati e il dramma dei profughi afghani mostrano quanto sia alto il prezzo della rotta americana a Kabul, e non solo per l’America. Essa è stata assimilata alla fuga da Saigon dell’aprile 1975. In realtà è stata molto di più e molto più grande è la sua forza simbolica come evento capace di segnare una periodizzazione della storia in due tempi opposti e diversi tra un’epoca che finisce e un’altra che comincia. La caduta di Saigon rappresentò infatti la sconfitta del tentativo degli Stati Uniti di sostituirsi alle potenze europee (e nel caso specifico, alla Francia) nella gestione di un potere imperiale residuo su questa o quella porzione del “Terzo mondo” arretrato, e quindi segnò la fine dell’età coloniale; l’abbandono dell’Afghanistan rappresenta invece il fallimento della risposta dell’Occidente alla caduta del comunismo e dell’ordine bipolare, e segna la fine del nuovo ordine globale. Ne esce sconfitta la pretesa dell’Occidente di sostituirsi al socialismo scomparso instaurando un unico dominio su un mondo ridotto alla propria misura e finisce il sogno degli Stati Uniti di dar corso a un “nuovo secolo americano”. La lettura che ci sentiamo di avanzare è che la caduta di Kabul è speculare alla caduta del muro di Berlino; ambedue frutto non di una sconfitta militare ma di una decisione politica degli invasori, i sovietici allora, gli americani oggi; ambedue segno che il mondo da loro immaginato e voluto è sbagliato e impossibile, e che un altro se ne deve ora progettare e costruire. Il 2021 si rivela pertanto come il rovescio dell’89.

 

Raniero La Valle

Newsletter n.230 del 30 agosto 2021

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