Koinonia Agosto-Settembre 2021


Una pagina di Dietrich Bonhoeffer*

 

NELL’ORA DEL DISTACCO

 

Vorrei dirvi qualcosa per il periodo di separazione che vi sta davanti. Non c’è proprio bisogno di dire quanto dura tale separazione ci risulti. Ma essendo io separato da tutte le persone cui sono legato ormai da nove mesi, ho fatto alcune esperienze di cui vorrei parlarvi...

Anzitutto: per noi non c’è nulla che possa rimpiazzare l’assenza di una persona cara, né è cosa questa che dobbiamo tentare di fare; è un fatto che bisogna semplicemente sopportare e davanti al quale bisogna tener duro; a prima vista sembra molto difficile, mentre è anche una grande consolazione; perché, restando effettivamente aperto il vuoto, si resta anche reciprocamente legati da esso. Si sbaglia quando si dice che Dio riempie il vuoto; non lo riempie affatto, anzi lo mantiene appunto aperto e ci aiuta in questo modo a conservare l’autentica comunione tra di noi - sia pure nel dolore. Inoltre: quanto più belli e densi sono i ricordi, tanto più pesante è la separazione. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa.

Portiamo allora dentro di noi la bellezza del passato non come una spina, ma come un dono prezioso. Bisogna guardarsi dal frugare nel passato, dal consegnarsi ad esso, così come un dono prezioso non lo si rimira continuamente, ma solo in momenti particolari, e per il resto lo si possiede come un tesoro nascosto della cui esistenza si è sicuri; allora dal passato si irradiano una gioia e una forza durature. Ancora: i periodi di separazione non sono perduti e sterili per la vita in comune, in ogni caso non lo sono necessariamente; ma, al contrario, in essi può costituirsi, nonostante tutti i problemi, una comunione straordinariamente forte.

Infine: qui ho imparato particolarmente come ai dati di fatto si possa sempre far fronte, e che sono soltanto la preoccupazione e la paura davanti ad essi ad ingrandirli enormemente. Da quando ci svegliamo a quando ci addormentiamo, dobbiamo semplicemente affidare a Dio gli altri uomini e lasciarli nelle sue mani, e far sì che dalle nostre preoccupazioni per gli altri nascano preghiere a lui. “Con preoccupazioni e con pene... Dio non si lascia carpire  nulla”...

 

Dietrich Bonhoeffer

in Resistenza e resa, Ed Paoline 1988, p.46

 

*Andrea De Marchi ci ha fatto avere i testi di una veglia di preghiera per la mamma Elena, tra i quali c’è questa pagina di Bonhoeffer che è significativa per ogni momento di distacco ed esperienza di separazione nella vita. L’accogliamo in solidarietà come messaggio di fratelli e sorelle oranti e ne facciamo motivo per vivere in positivo la nostra condizione di diaspora.

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