Koinonia Ottobre 2019


LA “CONVERSIONE SINODALE” DELLA CHIESA TRA IERI E OGGI

 

Tra polemiche speciose e tendenziose, è in corso il Sinodo sull’Amazzonia per “nuovi cammino per la chiesa e per una ecologia integrale”. In parallelo e in competizione ad esso si va verso il Sinodo delle Chiesa tedesca. Sappiamo anche che un “probabile sinodo” della Chiesa italiana è la “provocazione” di papa Francesco, che per ora non ha avuto seguito. Si può dire che “sinodo” è la parola più ricorrente in ambito ecclesiale ai nostri giorni, a rischio di inflazione prima ancora che sinodalità diventi mentalità e prassi, e una “conversione sinodale” prenda corpo in un nuovo stile di chiesa, ancora del tutto embrionale.

Anche perché a rimanere assente e indifferente a queste istanze è la massa dei praticanti, salvo  attivisti pastorali con funzioni specifiche. Forse ci sarebbe addirittura da temere un “probabile sinodo”, che ancora una volta potrebbe diventare operazione fine a se stessa sulla testa di un popolo di Dio inquadrato e allineato.

 

E questo anche a causa del clima generale che sembra escludere dialogo, confronto, dibattito, ricerca paziente, e in cui le differenze sono semplicemente prese di posizione in conflitto tra di loro, magari dicendo che non esiste più né destra né sinistra ma tutto è omogeneo e omologato. E così ci ritroviamo in una chiesa in cui si è o da una parte o dall’altra su singoli punti (migranti, ecologia, famiglia, sessualità, celibato, ministeri femminili ecc...) senza una base di compatibilità e di scambio, come se tutto fosse dogma di fede. Tutto il dinamismo prodotto in diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti non fa che essere immobilista e tautologico: un universo di monadi senza finestre pronte a celebrare se stesse in feste comandate! Sì, la chiesa è una grande barca, ma a compartimenti stagni!

 

E viene da chiedersi se sinodalità va pensata in maniera statica e fissista a circuito chiuso - per consolidare le proprie strutture - o invece in senso evolutivo e coinvolgente, ciò che implica ricerca, discernimento, discussione, cambiamento, novità e apertura al futuro. Ma richiede anche memoria storica e disponibilità a riattivare canali  ostruiti o correnti sotterranee del nostro passato. E allora fa piacere che P.Bartolomeo Sorge parli su “Aggiornamenti sociali” di “Un probabile sinodo della chiesa italiana” con riferimento al Convegno ecclesiale del 1976. Del resto, il nostro fare memoria di Martino Morganti vuole essere anche un modo di riaffermare la necessità di una dialettica franca dentro la chiesa, troppo monolitica e monocorde.

 

Devo dire che a suggerire questa ipotesi di lavoro è stata la lettura delle pagine di Vannino Chiti riportate di seguito, riprese dal suo nuovo libro “Le religioni e le sfide del futuro - Per un’etica condivisa fondata sul dialogo” (Guerini e Associati, 2019 , pp.187, € 18,00). Massimo Faggioli poi ci dà una mano.

 

ABS

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