Koinonia Agosto 2016


Koinonia secondo Mauro Banchini

 

SU UNA RIVISTA “SERIA” LO SPUNTO PER UN SORRISO

 

C’è una piccola rivista che continua, da decenni, in una speranza – contro ogni speranza, si potrebbe aggiungere – per molti oggi controcorrente: la speranza di far riflettere, dentro e fuori alla complessa comunità di credenti, al di là di un pensiero troppo spesso interrotto davanti alle banalità e alle difficoltà (sempre più evidenti, nel tempo della “rete”) di leggere parole scritte, specie se articolate, perché tanto bastano immagini o spot, flash o clip.

La rivista ha un bel titolo, non semplice (almeno per un pubblico popolare. Anche se è al popolo, alla comunione fra persone diverse, che il titolo si riferisce). Esce da 40 anni ed è caratterizzata da due aspetti: l’assoluta prevalenza del testo (un testo sempre e comunque non evasivo, impegnativo) da sempre unito all’onesto lavoro, satirico e grafico, di un vignettista.

Come tiratura, ha numeri intuibilmente piccoli; è strumento comunicativo di un’associazione che si indirizza verso una “maturazione umana e cristiana adeguata alle esigenze socio-culturali dei nostri giorni” insieme a una “coscienza e riflessione critica dentro gli eventi e le situazioni della nostra storia”.

È diffusa in Europa, non solo in Italia, grazie al traino di alcuni padri domenicani. Esce a Pistoia, si chiama Koinonia, ha periodicità mensile e tendenzialmente ogni mese, presso il notevole - e denso di storia - convento di San Domenico, propone approfondimenti culturali attorno alla celebrazione eucaristica e a quella che qui chiamano “agape fraterna”. Deus ex machina è il domenicano padre Alberto Simoni mentre l’uomo delle vignette (della satira per definizione “irresponsabile”, ma anche di una direzione giuridicamente “responsabile”) è Renato Scianò.

Qualche mese fa Edizioni Polistampa ha pubblicato un volume (“Scianò e Koinonia. Satira e grafica su una rivista”, Firenze 2015, € 10,00) che di vignette ne seleziona 100 uscite nell’ultimo ventennio (un volume analogo, con le vignette sul primo ventennio, era uscito nel 1994).

“Il segno visibile di un cammino quotidiano – scrive padre Simoni nella presentazione -  sempre aperto … di discernimento cristiano, di coscientizzazione, di maturazione, di disponibilità e di condivisione in cui il contributo grafico di Renato non è stato indifferente, anzi!”.

Chi scrive, Koinonia la riceve da molti anni e le vignette si confermano come il primo approccio ai contenuti di una rivista che parla al cuore e al cervello nell’intreccio tra sfere: ecclesiale e civile.

I 100 disegni adesso riuniti si riferiscono a un lungo periodo caratterizzato da fatti notevoli: quello che ha accompagnato in Italia la nascita della cosiddetta “seconda Repubblica”, nel mondo gli equilibri successivi al crollo del “muro”, nella Chiesa il succedersi di pontefici comunque grandi; nella società cosiddetta “civile” un sacco di cose compresi preoccupanti fenomeni di pesante intontimento dovuto proprio anche al cattivo uso delle enormi potenzialità tecnologiche. Da qui a notare quanto importanti siano queste (piccole ma utili) riviste il passo è breve.

Il lavoro di Renato (calabrese di nascita, pratese di residenza, illustratore da sempre, insegnante di lettere in attesa del ruolo) è ora riunito in blocchi che comprendono pure un backstage sulla vita interna dell’associazione.

Pensando all’esistenza o meno di un filo logico capace di legare le vignette, ne ho trovati due. Da un punto di vista grafico, la semplicità e l’immediatezza del tratto di Renato: ogni vignetta si fa capire subito, e questa è cosa buona. E poi l’amore per un lavoro che mira a favorire il ragionamento: sono sempre messaggi, quelli di Renato, che rimandando a una attualità anche scomoda e che si legano a temi grandi. Giustizia e pace, libertà e diritti, fede e ragione, salvezza e Salvezza, uomo e Uomo.

“Ritengo – scrive Renato, accennando al suo lavoro – di osservare la vita nel suo scorrere come una rappresentazione quasi teatrale in cui pochi, in realtà, sono davvero ciò che sembrano essere”. Notazione intrigante di un professionista schivo che, come bene nota padre Simoni, “se avesse voluto mettere a frutto professionalmente quanto ha elargito largamente a tutti, forse avremmo oggi a che fare con un personaggio affermato”.

 

Mauro Banchini

in Toscana oggi del 17 luglio 2916

 

 

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