Koinonia Luglio 2016


Da  amico ad amico...

“E LA PAROLA DI DIO SI DIFFONDEVA” (At 6,7)

 

Assorbendo queste parole di un amico che vuol rimanere “Nessuno”, non ho potuto trattenere  tante considerazioni che andiamo facendo da tempo, ma che trovano in questo intervento del tutto spontaneo una esemplificazione. Prima di tutto riguardo a quella che da “eretico” lui  chiama “Chiesa che si forma occasionalmente e situazionalmente perché ci incontriamo quasi per caso ... cercando una strada”: è quanto stiamo vivendo e sperimentando da anni e che le sue parole dimostrano, senza rinunciare ad una visione teologica di tale evento, perché se la chiesa viene definita “sacramento”, sacramento è quanto di più transitorio (“vialiter” si dice in latino) e provvisorio si possa dare!

 

Poi c’è il fatto che un anonimo qualunque - quale si considera questo carissimo amico - presti orecchio a messaggi di Papa Francesco attraverso agenzie di stampa, a sua volta facendosene eco non in maniera strumentale, ma per farne motivo di riflessione personale   e di discernimento generale. Si tratta in questo caso neanche di un solenne intervento del Papa, ma di una sua riflessione offerta alla comunità di Villa Nazareth, una struttura creata nel 1946 per accogliere orfani e figli di famiglie numerose, rispondendo poi a braccio ad alcune domande, dalle quali sono tratte le frasi riportate dall’amico. E allora viene da pensare a quanto leggiamo in At 6,7: “E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente”. L’occasionalità e l’imprevedibilità della Parola e della Grazia di Dio vengono e restano prima di ogni organizzazione e programmazione. Sono cose risapute, dette e ridette - si potrebbe dire! Ma il fatto nuovo è che sono proposte ora come stile di vita non solo di un Papa ma per tutta la chiesa.

 

Ci sarebbe perciò da entrare nei contenuti del dialogo del Papa con i suoi interlocutori, ma ciascuno può liberamente addentrarvisi leggendo il testo  di una risposta che egli dà e che è riportata di seguito, a dimostrazione che la verità è nei dettagli e magari nascosta tra le pieghe, e si fa trovare solo da chi la desidera e la cerca davvero! Altrimenti non si scriverebbero parole come queste: “Poi tutti possono eccepire, dissezionare, discettare, pretendere ancora qualcosa di più e di meglio, certo, ma dopo 2000 anni di diluvio ininterrotto - guardandoci intorno per come è l’”uomo oggi” -  io sono felice di averlo accanto... come un bagliore di luce fra i nuvoli dopo una tempesta di 2000 anni”.

 

Al di là di ogni letteralismo biblico, ma pensando allo stato del nostro mondo e al di fuori di ogni illusionismo di maniera, non si può non pensare al patto di Dio con Noè in Gen 9,12-17:

 

Dio disse:

«Questo è il segno dell’alleanza,

che io pongo tra me e voi

e ogni essere vivente che è con voi,

per tutte le generazioni future.

Pongo il mio arco sulle nubi,

perché sia il segno dell’alleanza

tra me e la terra.

Quando ammasserò le nubi sulla terra

e apparirà l’arco sulle nubi,

ricorderò la mia alleanza

che è tra me e voi

e ogni essere che vive in ogni carne,

e non ci saranno più le acque per il diluvio,

per distruggere ogni carne.

L’arco sarà sulle nubi,

e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna

tra Dio e ogni essere

che vive in ogni carne che è sulla terra».

Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell’alleanza

che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra».

 

È significativo che una semplice riflessione spontanea e senza alcuna pretesa intellettualistica ed esegetica ci riporti ai “giorni di Noè” come segno dei tempi e costante della storia, se ne parlano i profeti (Is 54,9), lo stesso Gesù  (Mt 24,37; Lc 17,26) e l’apostolo Pietro (1Pt 3,20). È un invito per chi vi è più dedito a gettare luce sullo stato del mondo anche in termini biblici, che ci aiutino a dare forza a quanto la fede del cuore ci dice!

 

Non è infine di secondaria importanza che sia proprio chi si dichiara “eretico” a raccogliere la provocazione di un Papa: anche qui c’è la conferma che una novità evangelica  dovrebbe venir fuori su terreni vergini e da chiunque abbia fame e sete di giustizia, piuttosto che da quanti sono religiosamente sazi!  La chiesa deve tornare a definire se stessa in rapporto ai “Gentili” o - come diceva S.Domenico - rispetto ai “Cumani”.

 

ABS

 

 

 

 

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