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Una sommessa richiesta del tutto occasionale a Bruno Antonello ha avuto come risultato immediato questa espressiva immagine di san Domenico, che ci può accompagnare nel farne memoria per l’ottavo centenario della morte. Il Padre dei Predicatori è ritratto in un atteggiamento immortalato già dal Beato Angelico: assorto in meditazione e con il libro in mano, come chi, prima di parlare di Dio nella predicazione, parla con Dio nella contemplazione! Era il "libro della carità" nel quale diceva di aver studiato e che insegna ogni cosa!
Egli si nutre della Parola di Dio e vuole condividere con i suoi la responsabilità e il servizio della Parola, perché gli è stato affidato nella chiesa e per il mondo l'"ufficio del Verbo". In questo senso è significativo il fatto che il centenario sia stato varato quasi come un invito: “A tavola con san Domenico”, con riferimento alla “Tavola della Mascarella” di cui a p.25.
Il Padre dell’Ordine dei Predicatori - itinerante e mendicante - lo troviamo al contrario a tavola con i suoi primi compagni, una scena a sfondo decisamente eucaristico, a testimonianza che il mistero della fede o della salvezza è l'anima stessa della sua missione come "Predicatore di grazia".
Le parole di santa Caterina riportate in IV di copertina mettono a fuoco questa immagine: alla domanda “in su che mensa fa mangiare i figli suoi col lume della scienzia”, la risposta evoca la "mensa della croce", per cui “egli non vuole che i figli suoi attendino ad altro se non a stare in su questa mensa col lume della scienzia”.
L'invito del centenario è a rivivere la passione, l'inventiva, la creatività e l'avventura di Domenico, di cui non basta fare una memoria rievocativa e celebrativa. La sua non può che essere una "memoria profetica", in quanto c'è da raccogliere da lui il testimone di un servizio al Vangelo "sine glossa" e in povertà: senza potere e senza mediazioni strutturali. Non un programma, ma una sfida!



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